Il senso di qui.

 

 

Nell’universo sconfinato della rete ho capito quale posto occupo: questo qui. Qui dove? Non saprei, non è importante, mi smarrisco spesso ovunque ed è saggio che ogni tanto lo ricordi al mio io, di sicuro recito questo mantra non per un vezzo, non per un capriccio ma perché è la realtà delle cose. Al telefono dopo il "ciao sono io" c’è sempre un "dove sei?", il nostro cervello deve trovare una collocazione geografica sul quale orientarsi. Crea proiezioni e stabilisce distanze, misure, tempi come se sapesse stabilire l’importanza dei riferimenti cognitivi sul quale poggiare le granitiche certezze della logica. Kant ha fornito utili chiavi di lettura e noi insistiamo a stuprare porte con l’arroganza di aver capito tutto.
Dove sono? Sono qui. Sono qui e ora. È semplice, cristallino e reale. Una zona colorata nella vastità del bianco, impersonale, indomito, sgomito. Se guardo fuori è il nulla, quasi impazzisco. Non ci sono suoni o forme c’è solo questo bianco. E sono un po’ un Dio, penso e creo, dalla testa nascono idee e prendono forma, poi muoiono. Sono un Dio qui e ora. Ma anche no.

 

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9 commenti

  1. Il cielo stellato sopra di me,
    la legge morale dentro di me…

    Del cielo dirò poco, lo vedono tutti com’è ridotto.
    Ma quando sublima la legge morale dentro di me mi sento smuovere,
    ed è allora che incontro le spogliarelliste più fameliche
    e vogliose.

    Rendiamo grazie a Zio…
    (Sì perché io sono suo nipote…)

  2. E voi siete solo proiezioni della mia mente, amichetti immaginari
    che mi creo per illudermi di non essere solo un cervello in una teca piena di acqua e protossido di stronzio.

  3. Invece Voi siete proiezioni ortogonali oniriche di una medusa cosmica che fluttua nell’etere assoluto, molecole azzurre in un oceano di liquidi bluastri che ardono di elio (H) e le storie tese. Nel protossic[d]o di stronz[i]o aneli fotosintesi e fotovoltaicità galv[b]aniche di forme e formaggi. Si dice che in alcuni luoghi gli esseri umani vengano coltivati, in altri che siano usato come con_cime. E io non sonoproprio una cima.

    Non lo sono aff[e]atto.

  4. Io la Mer(d)usa me la spalmo sulle emorroidi come unguento,
    brucia un po’ ma fa molto bene…

    E questo rimedio l’ho imparato da CimaBue, che l’aveva
    appreso da Brunetto Latini, che l’aveva importato direttamente
    da Sodoma e Gomorra…

    Solo che qualcuno s’era incazzato perché a Gomorra e Sodoma
    la gente si faceva troppo i cazzi suoi, ognuno andava da un altro
    e gli diceva ‘te lo posso mettere dove più ti piace?’ e quello rispondeva ‘oggi non mi piace come ti stanno i capelli, passa domani che magari ti va meglio’…

    E allora disse, va bene, ora vi faccio uno concavo ed uno convesso così vi tengo in pugno, e quelli che non si arrendono e fanno come Socrate ed Alcibiade, gli faccio rompere le palle da quelli che invece se lo fanno mettere al culo da me…

    E non v’azzardate a farlo con chi vi pare, le serrature devono trovare l’unica chiave che le può aprire, mentre le chiavi, l’unica serratura che possono chiavare…

    E vide che mentre perdevano tempo a fare stò casino, cercando chi chiavi chi serrature, s’erano scordati di come gli faceva male a tutti il buco del culo…

    Divide et Impera.

    Come diceva la Brunetta Latina

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