Sorrisi amari.

Caro Mister Williams,
  ogni volta che vedo un tuo film mi soffermo per un attimo. Che attore penso. Penso alla perdita che non capisco. Ma ho il difetto di non capire tutte le "perdite" alcune proprio non le accetto nonostante gli anni. Fanno male giorno per giorno, istante per istante, respiro dopo respiro.
Penso che come attore è una dura perdita, come uomo non ne ho idea sono senza giudizio, senza critica faccio solo una riflessione tenera. Quando sei atterrito al funerale dei tuoi figli in "Al di là dei sogni" un film che fa più male di quel che sarebbe decente fare io ci scorgo tutto il vuoto e la devastazione di un genitore che muore. O quando deliri contorcendoti sulla pancia osservando la follia del cavallo infuocato in "La leggenda del re pescatore" o quando insegni cos'è l'amore a Will Hunting – Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'Inferno – io ci vedo una parte di me stesso. Una volta uno mi ha detto che un grande attore fa sia ridere che piangere, fa paura e compassione e tu Mister Williams mi suscitavi tutte queste sensazioni.
Credo che sia un peccato. Davvero un peccato. Solo questo.