Convivo con la mia psiche come si convive con un inquilino scomodo che sai di non poter sfrattare. Ignoro ciò che mi suggerisce ma mi piace osservarla di nascosto, ingoiarne le sfumature.. criticarne gli aspetti quadrati. Non ci discuto. Forse sembro anche normale esteriormente, «buongiorno», «buonasera», «nessun problema, ci penso io» ma ogni anfratto reale si trasforma in un’idea repentina e violenta. Non sono nato Re perché avrei dato fuoco al mio regno similmente a quello che arde continuamente nella mia pancia. Non sono nato un Dio solo perché penso pensieri disarmonici, evanescenti e velenosi. Non sono nato in pratica. Credo di essere pazzo. Anzi ne sono sicuro.
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Solo che nessuno si accorge di quanto lo sono.
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Nessuno. Mi sta bene così.