La Doccia Azzurra

Per le oscure scale un lumicino abatjour giallastro tipo chicca di design retrò. È solo, inopportuno, grottesco, simile a me quando mi trovo in situazioni per cui non mi sento il benvenuto. E accade spesso.
Ma non stasera: lumicino – ennegramma 0 – 1. Fottiti piccola molecola di luce opaca!
Salgo.
Entro e la prima cosa che vedo è una ragazza nuda rannicchiata in posizione fetale che mi offre il sedere. Decisamente un buon auspicio, la osservo e lei sembra accennare un sorriso anche se mi sento a disagio pensando a quanti benvenuti ha prodigato. Mica è li per me penso, non c’è alcuna esclusività poi "chi è amico di tutti non è amico di nessuno" si dice. Care vecchie stronzate della nonna, io non sono amico di nessuno eppure nessuno mi è amico.
Un lampadario rosso rubino che sprigiona una luce che anche Alfa centauri invidia. Grattapepe e grattasale danesi laser. Lampadari come vergini di Norimberga che torturano luci e bagliori di zanne d’elefante per rito voodoo afri.cani. Anche le foto d’islanda, dopo sei fottuti mesi di crepuscolo e sei fottuti mesi di luce a camminare sui licheni morbidi come spugne ci credo che Björk Guðmundsdóttir è schiva. Io sono circondato da opere d’arte e sono un mostro, figurati se mi avessero confinato in quella roccia atlantica. Stupravo i gabbiani e inospitali slavate fiche nordiche. È comunque tutto luce in quella casa. Soprattutto gli occhi di A* quando mi guarda e cerca di capire chi ha davanti. Non ha intuito che non sono un chi ma un cosa. L’unica condizione che ci salva e ci eleva dall’animalismo è la poesia, il gesto perfetto come offrire un contatto a qualcuno. Una sorta di proiezione luminosa a senso unico. E lui lo sai bene, ci lavora col contatto.
Avrei voluto essere inondato di quella luce azzurra, irrorato di china celeste fluorescente ad ascoltare il mio respiro al buio. Forse ho trovato un amico. Un punto luminoso nel buio.