I Dolo®i Del Giovane Enne

 

Quando frequentavo l’Istituto Statale d’Arte a Firenze c’era una ragazza che gravitava, tipo icona sacra, nell’ala dove mi avevano confinato. Oltre che essere vergognosamente bella (la miglior copia di Sharon Stone ma più bella, parecchio più bella) era anche molto cazzuta: fumava, beveva e ti guardava con l’aria di chi sapeva di potersi permettere di cagarti in bocca. Nessuno osava far commenti su di lei neanche in privato. R*****a era una specie di pietra angolare dell’universo femminile, il metro di paragone per dividere gli dei dagl’umani. Io naturalmente ero un piccolo Figlio Del male Stronzo in erba e quasi m’irritava sapere che nel globo esistesse troppo vicino al mio corpo un essere così luminoso. La guardavo con rabbia e amore, volevo R*****a per me come si tiene un animale raro in gabbia, per dimostrarne il possesso e la superiorità, costringerla a supplicare la mia infinita misericordia ma siccome non me l’avrebbe data neanche se fossi stato Torquemada all’epoca dell’Inquisizione, ruggivo e soffrivo come un lombrico infilzato nell’amo. Non la guardavo quando lievitava nei corridoi avvolta da un bagliore azzurrognolo, Lei lassù nell’olimpo del mondo e io come sempre all’inferno in mezzo a sudore e fiamme. I miei occhi erano quello di Cerbero. Stranamente ogni tanto il suo sguardo s’incrociava con il mio e da buonvalorosocondottieroindomitoesenzamacchia mi cacavo piacevolmete addosso.

Passano gli anni e ogni tanto pensavo “chissà che fine avrà fatto R*****a? Se dovessi rincontrarla vorrei avere la possibilità di farmi vedere, magari apparire anche interessante adesso che la crisalide oscura si è finalmente trasformata in possente Farfalla maligna..

Nostra Signora Celeste che mi ascolta sempre quando meno me lo aspetto ha esaudito i miei desideri.

Quattro giorni fa vado in una gelateria per cazzi miei e mentre sgrifo un gelato allo yogurt e pinolo chi rivedo? R*****a!!! Sbavavo come una lemure catta, non ho avuto il tempo di reagire che Lei mi ha guardato e mi ha detto «Hey ma tu non eri a Porta Romana nella sezione arti grafiche? Scusa non ricordo il nome ma ricordo la faccia.. tu ti ricordi di me?» e io «Hem si.. ho l’impressione di conoscerti» (sapevo nome, cognome, data di nascita, gusti, abitudini, numero di scarpe, segno zodiacale, ascendente e anche che aveva la Quinta Casa, 25°, Bilancia, 32′ 04 nella carta del cielo). Abbiamo parlato per circa 10 infiniti-interminabili-favolosi-irripetibili minuti e mentre cercavo di asciugare la bava argentea che rigogliosamente sgorgava dalla mia bocca ho visto che il suo sguardo si posava sul mio petto. Ripetutamente. E ancora. E ancora.
Quando è andata ho notato con stupore e gioia che attraverso lo specchio della gelateria il mio volto era pallido e stremato. Ero riuscito a  tener testa a R*****a, a parlarle tranquillamente senza far trapelare la mia devozione ascetica nei suoi confronti. In fondo anche io sono un bel ragazzo: spalle larghe, braccia possenti, petto largo  e maglietta della Nike®.
Maglietta della Nike®??

Quando mi sono accorto che il baffo era yogurt misto saliva mi è apparsa la Madonna che ha strizzando l’occhio e mi ha fatto bye bye con la sua candida mano.