Maledetto edificio.
Hai tentato d’imprigionarmi per cinque lunghissimi esosi anni e nonostante ti spacciassi per divertente o alternativo avevi ben poco da offire: mocciosi, pantomime d’artisti, panini discutibili, cialtroni ad insegnare e corridoi come pelaghi, inverni freddi come la morte e poi voti, registri, scuderie, sedie, aule magne, ottagoni, lapis, gessi, cessi…
Al sottoscritto non hai insegnato un bel niente se non che, esclusi pochissimi casi umani, in un contesto di educatori si annidano mezzuomini e casalinghe di bassa lega. Quello che ho imparato nel disegno lo devo a me e solo a me stesso.
Di quegl’anni mi ricordo con piacere solo l’odore della gipsoteca, il resto era pura inutilità.
Maledetto.
